Incontri “ravvicinati” tra Veterane!

Veterane di ” Rotte diverse ” di terra e di acqua si sono potute salutare presso il porto turistico della Marina di Albarella.

La Storica imbarcazione “CATHOLICA” è diventata Hub scientifico, culturale, ecologico e sostenibile. Testimonial del Ente Parco Veneto Delta del Po.

Oggetto di restauro da parte del cantiere polesano “Artenautica S.A.S ” di Loreo sarà armata come aula didattica e laboratorio scientifico itinerante.

Storia in breve: la Goletta Verde CATHOLICA 1936, che deve il nome alla città d’origine dei suoi armatori, nasce come barca da lavoro, poi peschereccio, e durante la 2^ Guerra Mondiale viene sequestrata dai tedeschi che la utilizzano per il trasporto di munizioni sulle coste Jugoslave, per poi abbandonarla. Rintracciata e ricondotta in Italia, nel 1990 CATHOLICA va in disarmo e viene portata a Rimini per la demolizione. Ma da qui rinasce con una nuovo obbiettivo di carattere ambientale grazie a Lega Ambiente.

Rievocazione raduno Motoalpinistico del Pasubio

Centenario del Motoclub Schio turismo 1923 <->2023

L’ideatore e promotore del Raduno Moto-Alpinistico del Pasubio fu il ragioniere Giulio Ultimo Ziliotto, segretario del Motoclub Schio dal ’33 al ’34 e Presidente dal ’35 al ’40. Ma quel che rimarrà nella storia nostra e del motociclismo italiano come il Suo capolavoro è il Raduno del Pasubio, nato per riunire coloro che lassù, nella Prima Guerra Mondiale, sostennero con sovrumani sacrifici l’urto delle forze nemiche e per commemorare i loro eroici compagni immolatisi per la Patria.

Ultimo Ziliotto era anche uno scrittore di buon talento e lasciò ai posteri alcuni documenti come “CENTAURI SUL PASUBIO” datato 1935, in cui egli descrisse in modo dettagliato l’ideazione, le ragioni, lo sviluppo e la cronaca del Primo Motoraduno tenutosi nel 15 agosto 1934. Egli scomparve prematuramente a soli 38 anni nell’Eccidio di Schio (7 luglio 1945).

Spilla Ricordo

Pasubio story 1938

“Nel Regno dell’Acqua” the last ride 2022

Quando pensi che sia finita la stagione per salire in sella, ed invece il fine novembre ti regala una giornata “straordinaria”!

Con la scusa di ricaricare un po’ la batteria e far girare l’olio nel motore, parti in un viaggio senza meta, per qualche oretta, perché sai che difficilmente avrai altre occasioni per quest’anno, e allora che fai?

Cogli l’attimo!

Ti porti appresso la fotocamera, giri la chiave, il motore comincia a ruggire e mentre si scalda sali in sella, decidi una prima destinazione: il mare!

E dove vi siano specchi d’acqua, ma d’altro canto siamo “Nel Regno dell’Acqua”non è difficile scegliere!

Il tuo viaggio è iniziato.

Le isole si susseguono con panorami meravigliosi, regalati da una giornata indimenticabile, un sole novembrino insolito che con la complicità di una lieve aria di tramontana filtra l’orizzonte da qualsiasi impurità e crea una straordinaria trasparenza nel paesaggio, il tempo è tiranno e corre veloce ed il sole scende, ti ritrovi al tramonto in un attimo con quasi 200 km sotto alle ruote.

E ti chiedi avrò visto tutto ?

Territorio di Taglio di Po, isola di Ariano Polesine

Isola e territorio di Ariano Polesine, foce e faro di Goro

Lungo la pista di servizio AIPO strada arginale in sx Po di Goro

Le ombre si allungano… ed il sole all’orizzonte comincia a nascondersi

e la giornata volge al termine, dopo un rimbalzare continuo di isola in isola, lagune e rami del Po con le sue foci verso il mare.

Nobili Dimore lungo il Po di Venezia

Le peculiarità dell’architettura polesana nei numerosi edifici storici, le chiese, le abbazie, le ville e i castelli del Polesine, spesso misconosciuti o non sufficientemente apprezzati, non soltanto custodiscono un ricco patrimonio d’arte, ma costituiscono un’indispensabile chiave di lettura del territorio e delle sue vicende.

Nelle foto una delle testimonianze di questo passato: La Tenuta di Ca’ Zen situata nell’Isola d’Ariano lungo la strada arginale in destra Po di Venezia più precisamente allo stante 74 nel territorio comunale di Taglio di Po.

Fu costruita nel Settecento dagli Zen, famiglia di patrizi Veneziani come casino per la caccia, è una delle ville venete censite nel patrimonio della Regione Veneto. Abitata da sempre ed ora di proprietà della famiglia Avanzo che ne conserva l’integrità è diventata uno dei bed & breakfast più eleganti e rinomati del Delta del Po.

Costituta da un corpo centrale, una cappella dedicata (a S. Margherita) sorta sulle fondamenta di un antico oratorio e le scuderie. Di epoca posteriore le case rurali e i magazzini, un’aia fronte casa in cotto ben conservata è una folta vegetazione le sono da cornice.

Le Moto Bolognesi dal ’50 al ’60 e altro…

Abbiamo fatto visita al Museo del Patrimonio industriale di Bologna in occasione dell’ultimo giorno utile di apertura della mostra, che esponeva una bella rassegna delle Moto Bolognesi dagli anni 1950 al 1960 e dei suoi protagonisti: meccanici, piloti, tecnici e progettisti, nonché quel tessuto artigianale fatto anche di piccole realtà dove ha trovato lo sviluppo questo importante settore.

Oltre alla visita a questo “Santuario” del motociclismo bolognese che comprendeva anche una saletta in cui veniva proiettato a ciclo continuo i più bei filmati d’epoca dell’ISTITUTO LUCE relativi alle grandi maratone motociclistiche storiche; MITA e Motogiro d’Italia, e varie inaugurazioni di fiere del settore ed aziende storiche del periodo.

Il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna oltre a questa sezione “periodica” accoglieva in altri piani e sale varie raccolte di strumenti e macchine che rappresentano una importante collezione di ciò che è stata Bologna con le sue aziende i suoi artigiani, tecnici e maestranze nel suo passato.

Non è mancata anche una scorpacciata di curve e controcurve sui Colli Bolognesi e sulle sue #stradestoriche che ci conducono sui mitici valichi dell’appenino Tosco/Emiliano.

al piano terra zona forni della fornace Galotti
Il Mulino da Seta

Altre immagini all’interno della Fornace-Galotti dove vengono allestite le varie esposizioni del museo, tra permanenti e temporanee;

Piano terra: nella “zona forni”, la mostra “Macchine Scuola Industria” proveniente dalle scuole Aldini Valeriani e descrizione sul funzionamento della fornace;

Primo piano: la rassegna sulle Moto Bolognesi (temporanea) descritta all’inizio dell’articolo;

Secondo piano: altre particolarità del grande patrimonio industriale bolognese legate alle prime vie d’acqua che hanno permesso gli scambi commerciali nel periodo dal XV -XVIII sec.

N.B. Ricordo già in calendario con l’apertura il 27 novembre 2022 di un’ altra importate esposizione delle moto bolognesi dagli anni ’20 al ’70 sempre nella sede del museo ex Fornace – Galotti, con altri veicoli a testimonianza del tessuto industriale in questa realtà, fino a maggio 2023.

Dai Colli d’Imola verso l’Appennino Emiliano

Da Dozza, la prima tappa del tour, nel paese dei Murales con la sua rocca sforzesca abbiamo risalito la Val Sellustra verso gli storici Passi dell’Emilia (Raticosa e Futa) attraversato un itinerario che ripercorreva in parte il tracciato della “Linea Gotica (Bruscoli con il suo museo Etnografico della Linea Gotica)” e anche per un breve tratto l’antica Via Romana ” Via degli Dei o Flaminia minor o Militare” che collegava Bologna a Firenze, in un saliscendi di valli nel bolognese tra i corsi d’acqua del Savena, l’Idice, il Sillaro e il Sellustra, partiti dalle Valli di Comacchio ci siamo ricongiunti al percorso di partenza sulla S.P. 72 dell’Argine Agosta in tarda serata. (Totale Km 371->ora part. 6:15 arrivo <-18:30 )

Panoramica delle Vette 2022

Una Strada, una Storia… o meglio “la Costruire” come viene chiamata questa ex-strada militare.

Intrapresa nel maggio 2007 in concomitanza della 17^ tappa del “Giro d’Italia” in cui decisi d’affrontare questo tracciato molto amato oltralpe salendo da Tualis, purtroppo dovetti rinunciare, in quota ancora persisteva molta neve che bloccava il percorso ad anello. Il progetto rimase “sospeso” in un cassetto per ben 15 anni con scritto sulla cartina del percorso “tour non completato”! Ma rispuntava puntualmente ad ogni primavera e veniva inserito nel programma di stagione in corso, con aggiornamenti e suggerimenti sullo stato di percorribilità del tracciato con vane speranze, visto le costanti difficoltà d’intervento di qualsiasi specie in quel punto nel territorio Carnico.

Settembre 2022 si riparte alla volta di Ravascletto salendo dalla sella di Valcalda e compiendo l’intero tracciato da poco riaperto al transito veicolare (in via ufficiosa), diverse frane e smottamenti avevano rallentato i lavori per la riapertura precludendo la viabilità in sicurezza per molto tempo.

Grazie ad un cospicuo intervento della Protezione civile le situazioni più critiche della rotabile sono state rese sicure, resta comunque detto che ufficialità sull’apertura della strada in quota non c’è al momento.

La Panoramica delle Vette, l’anello che congiunge in una trentina di chilometri Ravascletto, il Crostis e Tualis, dalla gente di qui è chiamata la Costruire, nome che ormai a pochi evoca un significato preciso, ma che segnala la persistenza nella memoria di una pagina importante nella storia delle comunità che ad essa sono legate. La strada consente di arrivare quasi ai 2000 metri direttamente in auto, la quota maggiore raggiungibile con questi mezzi in in Carnia. Da qui facilmente si raggiunge a piedi il crinale del Crostis (m. 2251), da cui si gode una straordinaria visuale.

In origine era nata come rotabile militare, costruita alle soglie della Seconda guerra mondiale.

La posizione strategica del Crostis aveva giustificato già nel corso del primo conflitto mondiale la presenza di presidi militari e di artiglierie che tenevano sotto tiro le prime linee del passo di M. Croce e del passo Volaja, dove si svolsero diversi combattimenti tra il 1915 e il 1916. Infatti qui già arrivava da Tualis la strada militare aperta nel corso della Grande guerra per il trasporto di uomini e di artiglierie pesanti. E una ragnatela di mulattiere e sentieri che scendevano a fondo valle disegnava i versanti dell’intera catena.

Per Approfondimenti: La Panoramica delle Vette una strada, una storia di Patrizia Casanova e Dino Zanier

Informatori che hanno contribuito con gli autori a redigere il libro:

Corinna Bitussi (1917), Ravascletto; Enza Casanova (1929), Ravascletto; Paolo D’ Anastasio, Ravascletto; Celso Da Pozzo (1927), Ravascletto; Martino De Crignis (1921), Ravascletto; Mario Della Pietra (1925), Calgaretto; Anita Zainer (1924), Tualis.

Ed inoltre le fonti archivistiche comunali di Ravascletto e Comeglians

Milano – Taranto 2022

1^tappa “nell’Atene Polesana” a Lendinara il 4 luglio

Esperienza unica essere presenti alla sosta dei quasi 200 partecipanti a questa edizione in cui è stata istituita tra l’altro la Coppa Franco Sabatini come premio speciale riservata esclusivamente alla categoria “Gloriose” in cui i primi 3 classificati saranno premiati, in ricordo, “dovuto al Pàtron” e fondatore della rievocazione storica Milano-Taranto che si è spento all’età di 83 anni il 26 novembre 2020.

Qui si è respirato le sana passione e una vera emozione che non ha età per il mondo della motocicletta.

Ho conosciuto questa tipologia di manifestazioni motociclistiche leggendo le gesta dei pionieri polesani del secolo scorso che furono concorrenti in diverse occasioni nella versione originale della mitica Granfondo.

Conoscere e ascoltare esperienze di questi piloti di ogni età, semplici cittadini, di diverse nazionalità, uniti però da una grande passione, che cavalcano motociclette d’altri tempi, lungo le strade italiane con l’entusiasmo di un bambino, ma consapevoli di ciò che si prospetta davanti per raggiungere la meta, non ha prezzo, e mi riesce difficile descriverlo nonostante la mia onorata carriera di ben 50 anni di sella.

Si viaggia inizialmente per perdersi. E viaggiamo, poi, per ritrovarci. Viaggiamo per aprirci il cuore e gli occhi, e per imparare più cose sul mondo di quante possono accoglierne i nostri giornali. E viaggiamo per portare quel poco di cui siamo capaci, nella nostra ignoranza e sapienza, in varie parti del globo, le cui ricchezze sono variamente disperse. E viaggiamo, in sostanza, per tornare a essere giovani e sciocchi – per rallentare il tempo ed esserne catturati, per innamorarci ancora una volta.

(Cit. Pico Iyer Saggista e romanziere di origine britannica noto per i suoi scritti di viaggio, Rotte Incrociate)